All'origine di un'idea.
Una delle aree geografiche più martoriate al mondo, quella della striscia di Gaza per intenderci, coincide in parte con una di quelle storicamente più
connesse all'espansione della vite e del vino.
Il tutto varrebbe un viaggio alla ricerca delle nostre radici ma, ormai, da troppo tempo, la cd. mezza luna fertile, è terra senza pace. Ci dobbiamo quindi accontentare - si fa per dire - di tracciarne il cammino lungo quello che la vite ed il vino hanno compiuto almeno a partire da 9000 anni or sono, dalla regione caucasica del Mar Caspio alla terra che fu dei Sumeri e dei Fenici, verso l'Anatolia e poi l'Ellade.
Soffermandoci su quest'ultima, quella a noi più prossima e dalla quale abbiamo attinto buona parte della nostra concezione del mondo, essa rappresenta per noi - enofili- una sorta di forma di ritorno a casa. Il tramite è, come spesso accade in queste pagine, per l'appunto il vino, quello genuino e autentico, che con quello ellenico condivide più del nome, la sostanza.
Dal nord della Tracia, al sud del Peloponneso, in Elide, e poi a all'isola di Cefalonia. Narrazioni di vini che condividono oltre alla forma di allevamento, spesso ad alberello su piede franco, la manifattura e la cura di vignaioli con i piedi ben piantati nel presente ma con lo sguardo rivolto in parte al passato ed in parte al futuro. Vini salini, di mare e montagna, intessuti di lino e di seta.
L'occasione ultima è stata una conviviale di assaggio al negozio Conad di Avezzano dedicata a Vini e Territori, merito della sensibilità del responsabile enotecario Paolo Rai e del direttore Marco Marinucci.
Abbiamo assaggiato in accostamento a formaggi della produzione PINGUE:
Il tutto varrebbe un viaggio alla ricerca delle nostre radici ma, ormai, da troppo tempo, la cd. mezza luna fertile, è terra senza pace. Ci dobbiamo quindi accontentare - si fa per dire - di tracciarne il cammino lungo quello che la vite ed il vino hanno compiuto almeno a partire da 9000 anni or sono, dalla regione caucasica del Mar Caspio alla terra che fu dei Sumeri e dei Fenici, verso l'Anatolia e poi l'Ellade.
Soffermandoci su quest'ultima, quella a noi più prossima e dalla quale abbiamo attinto buona parte della nostra concezione del mondo, essa rappresenta per noi - enofili- una sorta di forma di ritorno a casa. Il tramite è, come spesso accade in queste pagine, per l'appunto il vino, quello genuino e autentico, che con quello ellenico condivide più del nome, la sostanza.
Dal nord della Tracia, al sud del Peloponneso, in Elide, e poi a all'isola di Cefalonia. Narrazioni di vini che condividono oltre alla forma di allevamento, spesso ad alberello su piede franco, la manifattura e la cura di vignaioli con i piedi ben piantati nel presente ma con lo sguardo rivolto in parte al passato ed in parte al futuro. Vini salini, di mare e montagna, intessuti di lino e di seta.
L'occasione ultima è stata una conviviale di assaggio al negozio Conad di Avezzano dedicata a Vini e Territori, merito della sensibilità del responsabile enotecario Paolo Rai e del direttore Marco Marinucci.
Abbiamo assaggiato in accostamento a formaggi della produzione PINGUE:
- Fine Assyrtiko bio 2021, Cantina Anatolikos Vineyard, Xanthi, Tracia;
- La lepre e la tartaruga 2021 – Rosè natur, Cantina Markoghianni, Skilloundia, Elide, Peloponneso occidentale;
- Synodos 2019, Cantina Sclavos, Lixouri, isola di Cefalonia;